Piccoli inventori per grandi idee: arriva il seggiolino salva-bimbi

Si chiama “Ricordati di me” ed è l’idea degli studenti dell’ISIS Enrico Fermi di Bibbiena che hanno messo a punto un sistema in grado di salvare la vita ai bambini dimenticati per errore in auto

Un genitore dimentica in auto il figlioletto di due anni, Luca, che muore per asfissia. E’ successo a Piacenza non molto tempo fa. E anche la piccola Elena, a Teramo, ha avuto la stessa sorte due anni fa. Così come Jacopo, Andrea e Maria, piccole vite finite per colpa di una distrazione. Quando si leggono o ascoltano notizie di questo tipo la prima cosa che viene in mente è: “Ma come si fa a dimenticarsi il proprio figlio in macchina?”. Eppure, potenzialmente, potrebbe capitare a chiunque di noi. Non è certo la normalità, per fortuna, ma i fatti di cronaca ci portano alla dura realtà: lo stress, i problemi quotidiani e alcuni gesti abituali possono giocare brutti scherzi alla mente umana. Un attimo. Un momento che diventa fatale.

Partendo da questi fatti di cronaca, gli studenti dell’Istituto Statale di Istruzione Secondaria (ISIS) Enrico Fermi di Bibbiena, in provincia di Arezzo, hanno inventato un seggiolino auto salvavita in grado di inviare segnali acustici e visivi in caso di pericolo dimenticanza. Il progetto è stato presentato all’edizione 2013 del concorso per giovani inventori “InvFactor”, organizzato e promosso dal CNR e dall’IRPPS che si rivolge agli studenti di tutte le scuole italiane, e si è classificato al primo posto tra le idee finaliste.

Il meccanismo è tanto semplice quanto geniale: questo seggiolino, ribattezzato “Ricordati di me”, può essere collegato all’impianto elettrico dell’auto o funzionare in autonomia. Se si verificano una serie di condizioni che potrebbero essere pericolose per il bambino, ovvero se il sistema registra che il bambino è presente nel seggiolino, che lo sportello lato guida è stato aperto, che il motore è spento e che il sedile del guidatore è vuoto, si attivano le quattro frecce e si apre il finestrino di qualche centimetro. Se non interviene nessuna azione da parte del genitore-guidatore, allora il sistema fa partire una sirena e invia sms al cellulare impostato con cadenza regolare.

Partendo dal meccanismo messo a punto dai giovani inventori si potrebbe arrivare anche a integrare una chiamata di emergenza con geo-localizzazione della vettura in caso di permanenza prolungata del bambino o, ancora, rendere il dispositivo in grado di monitorare le funzioni vitali del piccolo e chiamare un’ambulanza se necessario. Di sicuro, per entrare in commercio dovrà superare alcuni step, tra cui l’omologazione, e ci vorrà parecchio tempo prima di poterlo acquistare. Ma i ragazzi della scuola E.Fermi, Alexandru Cornel Bolog e Niccolò Gellini, coordinati dal professor Pier Luigi Bargellini, hanno dimostrato che per risolvere i problemi, a volte, basta molto poco.

di SILVIA BONAVENTURA

da repubblica.it