Riceviamo, da Pasquale Passaro, e volentieri pubblichiamo IL PRONTUARIO DEI TEMPI DI RIPARAZIONE – PREMESSA

Il perito per realizzare le sue stime si serve senz’altro della sua esperienza, ma anche, a conforto, di un prontuario che viene utilizzato sia dai periti che dalla maggior parte dei riparatori.

Questo è ciò che avviene oggi, ma fino a pochi anni addietro non esisteva alcun prontuario e le valutazioni dei danni erano affidate (spesso mercanteggiate) secondo l’esperienza dei periti e dei riparatori.

Bisogna osservare, però, che la penetrazione in vasti strati sociali dell’uso dell’auto risale appena alla fine degli anni ’50 del secolo scorso; era perciò limitato il numero degli interventi da assolvere e scarsa la necessità di un supporto.

Con l’aumentare del parco macchine e di conseguenza dei sinistri e ancor di più dopo l’emanazione della famosa l. 990/69, che introdusse l’obbligo di assicurare i veicoli a motore, le compagnie di assicurazione, direttamente coinvolte in questa metamorfosi, pensarono all’introduzione di un primo tempario in modo da unificare e razionalizzare le valutazioni dei propri periti, che del resto avevano formazione ed estrazione tra le più varie.

Nel 1977 comparve nel mercato assicurativo un primo tempario e prezzario edito dall’ANIA, che, prendendo in considerazione la gamma dei veicoli di più larga diffusione, dettava tempi orientativi di interventi per le più ricorrenti operazioni di ripristino dei lamierati esterni di carrozzeria.

Nato dalla collaborazione tra periti delle compagnie, tecnici delle case costruttrici e dei principali riparatori, dava indicazione circa i tempi relativi alle sostituzioni ed alle riparazioni, definendo per queste ultime i criteri di lieve, media e grave difficoltà ed articolando l’intervento nelle fasi SR (stacco e riattacco), LA (lattoneria), VE (verniciatura).

La necessità di una sempre maggiore obiettività nella redazione della stima spinse alla creazione del CESTAR (Centro Studi Autoriparazioni), oggi Generalicar.

Qui, per rendere più ampio e maggiormente tecnico il supporto operativo, i tempi vengono verificati e realizzati sotto il controllo di un analista specializzato del settore.

Questi, assistendo direttamente alle operazioni di riparazione, deve procedere all'analisi ed alla valutazione di ogni singola operazione, anche la più piccola, tenendo conto di alcuni coefficienti che successivamente andremo ad esaminare, osservando e rilevando il lavoro di un operatore “standard” che non sia troppo rapido, né troppo lento, particolarmente capace o viceversa ignorante circa il il lavoro affidatogli.

– GENERALITÀ

La valutazione di un danno può seguire due diversi criteri: valutazione “a corpo” o valutazione “analitica”.

Quella a corpo è più rapida, si fonda sull'esperienza dell’operatore e non entra approfonditamente nel particolare, viceversa la valutazione analitica è più faticosa, richiede maggior tempo e una buona conoscenza di tutti i parametri che compongono il ciclo riparativo.

Entrambi i criteri, però, hanno un parametro comune dal quale non possono prescindere: il “tempo di riparazione” T , il tempo complessivo necessario per riparare il danno.

L’analisi di T, tempo di riparazione, ci porta a conoscenza che esso è formato da due elementi distinti che sono: il tempo di lavoro diretto ed il tempo di lavoro indiretto.

– TEMPO DIRETTO

Per tempo di lavoro diretto si intende il tempo che compete al lavoro direttamente produttivo durante il quale si modifica la situazione di fatto in cui si trova l’autovettura, facendola passare da una situazione iniziale ad una finale più vicina al completamento della riparazione: sostituzione di un elemento, risagomatura di un lamierato, carteggiatura ecc.

In altre parole il tempo diretto, che d’ora in poi indicheremo con Td, è il tempo operativo reale che serve a far progredire il processo riparativo.

– TEMPO INDIRETTO

Il tempo di lavoro indiretto, in sintesi Ti, raggruppa i tempi dedicati ad ogni altra attività collegata al processo riparativo, ma che non ne comporta alcun progresso.

 Questi tempi possono essere in sintesi compresi in tre categorie:

Tp – Tempo di preparazione del posto di lavoro, degli attrezzi e dei materiali;

Tl – Tempo per la pulizia del posto di lavoro e lavaggio mani;

Tv – Tempo di accettazione, spostamento e posizionamento della vettura.

TEMPO ASSEGNATO

Il tempo complessivo di un intervento dovrebbe essere, perciò, la somma Td + Ti, rappresentando questa il tempo reale di un intervento di ripristino.

Il tempo riconosciuto nel prontuario, che chiameremo Tempo Assegnato (TA), comprende due correttivi che indichiamo per Td come coefficiente di efficacia n (che tiene conto della velocità dell’operatore) e coefficiente di affaticamento k (che considera lo sforzo fisico richiesto, la posizione di lavoro, la forma,  il peso e le dimensioni del pezzo maneggiato e non ultimi i bisogni fisiologici), mentre per Ti li riconosceremo rispettivamente come n? e k?.

In definitiva il tempo assegnato o tempo riconosciuto nel prontuario sarà così composto:

TA = (Td x n x k) + (Ti x n? x k?)

 SCHEMA GRAFICO DEI TEMPI DI INTERVENTO

SR Stacco e riattacco LA Lastratura
VE Verniciatura Td Tempo diretto rilevato

 

Tp Tempo preparazione Tl Tempo pulizia e lavaggio
Tv Tempo spostamenti vett Ti Tempo indiretto

Td Tempo diretto n Coeff. di efficacia
k Coeff. di affaticamento Tdc Tempo diretto corretto

 

Ti Tempo indiretto n? Coeff. di efficacia
k? Coeff. di affaticamento Tic Tempo indiretto corretto

 

Tempo diretto corretto Tempo indiretto corretto TEMPO ASSEGNATO

COSTO AZIENDALE

Determinato il tempo assegnato per la riparazione è necessario fissare l’ulteriore parametro che consente di determinare il costo effettivo della riparazione: il costo orario.

Analogamente a quanto fatto per il tempo procediamo ad un’analisi dettagliata del costo orario.

Normalmente i parametri che entrano nella determinazione dei costi vengono suddivisi in due gruppi riguardanti l’uno la fase operativa e l’altro la fase amministrativa.

Il primo comprende il costo della mano d’opera, del materiale impiegato, dell’energia e le spese generali relative  alla  riparazione;  il secondo comprende le spese di carattere amministrativo.

Nella rappresentazione grafica il legame tra i vari parametri può essere rappresentato nel modo seguente:

  Appare chiaro dai prospetti che i parametri che compongono il  costo orario sono molteplici e non consentono di stabilire un costo orario unico nazionale. Notevolissime sono le differenze a livello di territorio (Nord – Sud o anche città – paese) e di categoria dell’officina che effettua la riparazione, legate alle dimensioni e di conseguenza alla disponibilità di maggiori attrezzature. La cognizione dei parametri che compongono i tempi di intervento ed i costi orari ci porta a conoscere la genesi del costo di una riparazione che è dato dalla moltiplicazione del monte ore per il costo orario. Pasquale Passaro 20/12/2013