La sicurezza passiva dell’autoveicolo di Dante Bigi
anno / edizione: ott. 2004 /
parti principali:
– sicurezza del veicolo e incidenti
– sicurezza passiva in generale
– sicurezza passiva negli urti
– sicurezza passiva in rollover
– normative internazionali e resistenza dei sedili
– le lesioni da colpo di frusta
Presentazione dell’opera
In un vecchio testo di Giuseppe Marcon, l’autore evidenziò il clamore che a fine secolo (‘800) suscitò uno dei primi sinistri stradali mortali: quasi a comprendere che l’ebbrezza della “velocità” e della “comodità” del viaggio meccanizzato sottendeva il grave rischio per l’incolumità e la vita delle persone.
Non posso poi non pensare a quando, ancora ragazzo, sentivo mio padre raccontare dei vecchi lamieroni che foderavano le robuste auto “di un tempo”; quando quelle di allora, erano facilmente attaccabili dalla ruggine se non deformabili.
Chiissà che cosa direbbe oggi, mio padre automobilista, se poggiasse la sua mano sul cofano di una moderna autovettura!
Eppure, si è soliti raggiungere luoghi di sinistri ed osservare lamiere contorte entro le quali si ritiene ? ahimé, non sempre a torto ? che vi possa giacere il corpo deformato, se non mutilato di qualche malcapitato. Gli incidenti sono sempre più numerosi, ma sembra che i morti tendono a diminuire, ma non certo i feriti.
Insomma, i veicoli sono sempre più sicuri; se non fosse che i rispettivi conducenti, ammalati di una sorta di eccesso di sicurezza e di rambismo alla guida ? anche delle piccole “schegge” di utilitarie ? non hanno sufficiente amor di se stessi e rispetto per gli altri, per evitare di sottoporre a quotidiani test i requisiti di sicurezza passiva dell’autoveicolo.
Di questo si tratta in questo volume e non di altro: certamente, non di poca cosa.
Grazie ad un’esperienza professionale ventennale, sono qui racchiusi i principi che governano il connubio esistente tra scienza medica ed ingegneristica (sia nel campo della meccanica, che dell’elettronica, giacché non v’è veicolo moderno non computerizzato), mediante il quale è messo alla luce il sistema della sicurezza passiva dei veicoli.
Non c’entra qui l’uomo, con le sue scelte più o meno oculate, quando non sono azzardate; non c’entrano le decisioni cogenti della disciplina del traffico.
E’ qui presente un modo quasi impercettibile di concepire il veicolo come una sorta di “sacco amniotico” dove è custodito, anche a sua insaputa, il conducente ed i passeggeri dei veicoli.
Chi di noi si sofferma a riflettere sulle conseguenze degli urti’ quali lesioni possono essere procurate al corpo umano e in quali modi possono essere invece evitate e sono evitate’
Curiosità queste, che dovrebbero divenire scienza e conoscenza di chi ricostruisce, durante l’indagine infortunistica, il sinistro stradale.
Dunque, un volume che per quanto può apparire dedicato ai ricostruttori dei sinistri stradali e comunque a coloro i quali trattano direttamente il sinistro e le sue cause di danno a cose e/o persone; non è dedicato, ma, certamente consigliato a coloro i quali forniscono ? o dovrebbero fornire ? gli elementi di base per addivenire a risultati più confacenti la verità dei fatti.
Elementi di studio e di risultato di studio che, sulla base delle conseguenze, possono fornire gli indizi necessari per approfondire questioni che vanno anche al di là, delle competenze della polizia stradale, ma che senz’altro completano questo servizio così importante, in ragione delle somme ? talvolta ingenti ? che debbono essere liquidate dalle assicurazioni o delle pene che sono applicate in conseguenza della consumazione dei delitti di lesioni ed omicidio colposo.