Il 29 settembre 2013, sulla strada dell'Aeroporto di Torino, un tragico incidente ha fatto notizia. Nello scontro è morta una bimba di due anni,seduta sul sedile anteriore, anziché nell'apposito seggiolino. L'incidente, a quanto pare, sarebbe stato causato dalla condotta di un rumeno, brilloe in stato di evasione. Ma l'eco sui giornali non è stata amplificata dalle caratteristiche del presunto responsabile, ma dal fatto che la madre è stata iscritta nel registro degli indagati per omicidio colposo.
4 RAGAZZI DI RITORNO DA UN MATRIMONIO, UNA MAMMA STANCA CHE TORNA A CASA – L'impatto è stato fortissimo, l'auto guidata dal presunto responsabile, una BMW, avrebbe perso il controllo e avrebbe invaso la corsia dove marciava la vettura sulla quale era trasportata la piccola vittima. Da una parte, 4 ragazzi romeni di ritorno da un matrimonio, dall'altra, una mamma che riporta a casa sua figlia; da un lato un conducente brillo, dall'altro, una madre che sottovaluta i rischi della strada. Nonostante la violenza dell'urto, l'unica vittima è stata la bambina, che anziché trovarsi nel seggiolino regolarmente allacciato sul sedile posteriore, stava sul sedile anteriore, vicino alla mamma, inutilmente legata dalle cinture di sicurezza che, sotto i 150cm di altezza, non riescono a trattenere un bambino (in questo casoserve un seggiolino o rialzo). Tutti gli altri sono rimasti miracolosamente salvi, tranne la piccola, che ha sfondato il parabrezza e ha perso la vita. La bimba, di soli due anni, sarebbe dovuta stare sul seggiolino posto "contromano" poichè ancora troppo piccola per poter usare la cintura benchè con rialzo (qui tutte le istruzioni su come trasportare un bambino).
ENTRAMBI I CONDUCENTI INDAGATI PER OMICIDIO COLPOSO – La notizia che la madre della piccola vittima sia indagata per omicidio colposo stimola il dibattito. E' giusto? Ma come, un automobilista brillo ti piomba addosso e ti uccide la figlia e tu vai sotto processo? Ebbene sì, è così che funziona. Se la bimba fosse stata regolarmente allacciata nel seggiolino, cosa sarebbe successo? Questa è la domanda cui il processo dovrà trovare risposta. Naturalmente la pena dovrà essere commisurata al fatto commesso, e non c'è dubbio che il conducente brillo avrà una pena ben più pesante della madre imprudente. Purtroppo però, se il nostro comportamento è concausa della morte altrui, dobbiamo risponderne, anche se la maggior colpa è da attribuirsi a qualcun altro.
GUIDA E ALCOL, NIENTE SEGGIOLINO, UNA STORIA EMBLEMATICA – Questa storia è tristemente emblematica delle lacune culturali che il Paese si trascina in materia di sicurezza stradale. Se non ci facciamo prendere dai pregiudizi, se ci dimentichiamo che il conducente della BMW era straniero, agli arresti domiciliari e brillo, non è difficile vedere che al suo posto poteva tranquillamente esserci un buon padre di famiglia. Perchè, purtroppo, a tornare in auto alticci dai matrimoni, sono anche tanti padri di famiglia. Le gravissime sanzioni che colpiscono la guida in stato di ebbrezza daranno i loro frutti, ma ancora resiste l'abitudine, in molti automobilisti, di considerare il mettersi alla guida un po' alticci, un "peccato veniale". Discorso analogo per la mamma che non ha riposto la sua bimba nel seggiolino. Una mamma snaturata? No, una madre come altre, che ora paga un prezzo incommensurabile per aver commesso una leggerezza che commettono in tante. Sulle autostrade campeggia spesso l'avviso: "la vita di tuo figlio vale più di un capriccio, proteggi tuo figlio". Perchè è così, alla fine si tengono i bimbi in braccio, o davanti, perchè fanno i capricci e i genitori cedono: un errore che può avere conseguenze terribili.
IL MANCATO UTILIZZO DEI SEGGIOLINI, LE DENUNCE DI SICURAUTO.IT – Da anni SicurAUTO.it richiama l'attenzione dei suoi lettori sulla diffusione del mancato utilizzo di seggiolini. Oltre a pubblicare una guida alla scelta del seggiolino adatto (Seggiolini auto e trasporto bambini: guida completa), SicurAUTO.it ha collaborato a uno studio con Quintegia e Bimbisicuramente (Bambini in auto: il 60% viaggia senza seggiolino), che ha portato alla luce dati sconcertanti, secondo cui nel 2011 solo il 43% dei genitori utilizzava il seggiolino per il trasporto dei figli piccoli. E ciò accade nonostante che l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia appurato che il seggiolino riduce dell'80% il rischio di morte in incidente stradale. Tali dati sono stati poi ripresi dall'ACI, e riportati anche in un'audizione alla Camera dei Deputati lo scorso anno, nell'ambito di una campagna di sensibilizzazione condotta assieme ad Assogiocattoli, detta TrasportACI sicuri, cui pure SicurAUTO.it ha dato rilievo sulle sue pagine (Bambini e seggiolini, come ridurre gli incidenti mortali). Si dovrà tener sempre alta l'attenzione sul problema, perchè la grande pericolosità del mancato utilizzo dei dispositivi di sicurezza per i più piccoli entri nella coscienza collettiva. Perchè davvero non sia un capriccio estemporaneo a portare tragedie nelle famiglie.
DAVVERO SERVE UN GIUDICE? – Questa vicenda ha suscitato clamore per il fatto che la madre della piccola vittima, ancorchè sembri non responsabile dell'incidente, verrà indagata per omicidio colposo. D'altronde l'iscrizione nel registro degli indagati di un genitore in alcuni casi è già avvenuto in passato, non sono tantissimi i casi ma ci sono. Tuttavia gli aspetti penalmente rilevanti della vicenda non dovrebbero distogliere da ciò che è più importante e dovrebbe fungere da insegnamento per tutti i genitori automobilisti. Di fronte al rischio che possa succedere qualcosa di grave ai propri figli nessun genitore dovrebbe rinunciare alla prudenza. Ma questo, per qualche ragione, viene "dimenticato" di fronte a questioni pratiche: il bimbo che piange, la fretta o semplicemente il perchè il figlio fa storie perchè vuole sedersi davanti. Non dovrebbe essere un Giudice ad aprire gli occhi ai genitori (a posteriori purtroppo) ma la corretta cultura della sicurezza stradale. SicurAUTO.it, per quanto possibile, contribuirà sempre più alla diffusione della cultura della sicurezza, che deve arrivare prima, e non dopo, l'ordinamento penale.
di Antonio Benevento Articolo tratto da Sicurauto.it