Spesso capita che la compagnia di assicurazioni, nel calcolare l’ammontare di un risarcimento dovuto a persona che viaggiando a bordo di una vettura è rimasta coinvolta e ha subito lesioni, pretenda di applicare una decurtazione percentuale (solitamente intorno al 30%) del risarcimento dovuto, sostenendo che il leso non fosse correttamente cinturato.
La mia esperienza personale mi ha portato a constatare che il più delle volte questa pretesa sia basata sul nulla. Ovvero il liquidatore, senza essere in possesso di prove certe, dichiara e pretende di applicare questo principio in via puramente presuntiva.
Esaminiamo il fatto che ci riguarda.
Una signora, alla guida della propria vettura, a seguito di un urto subito sul lato anteriore destro della vettura (di colore nero Figura 1) che ometteva di arrestarsi allo STOP finiva la propria corsa contro il muro di una abitazione.
e riportava lesioni alla fronte (come in foto)
Figura 3
Il liquidatore a cui era affidata la pratica eccepiva che la signora, per riportare quel tipo di lesioni certamente non indossava la cintura di sicurezza.
Lo stesso richiesto di esibire prove certe di ciò che affermava tergiversava, poi vagamente argomentava, sempre soltanto a parole, che se la conducente fosse stata cinturata non avrebbe potuto subire quel tipo di danno. Subito dopo poi si avvaleva della facoltà di spedire un’offerta reale che naturalmente risultava decurtata, come egli aveva preannunciato, del 30%. Vani furono i tentativi di ottenere la prova della pretesa violazione al CDS da parte della signora conducente.
Non sono esibite in atti foto eseguite dal fiduciario raffiguranti l’interno della vettura che mostrano quelle parti che avrebbero potuto significativamente confortare le inconsistenti asserzioni di “non uso delle cinture”.
Questo ci consente di affermare che nessuna indagine specifica è stata condotta sui pretensionatori, sulle linguette di aggancio, sul tessuto della cinghia, ecc.
Qui di seguito esamineremo i tipi di analisi che “è possibile” eseguire sul sistema di ritenuta e che ci consentono di accertare se le cinture, al momento dell’impatto, fossero o meno correttamente allacciate.
Figura 4
Non è per il gusto di farla lunga ma dobbiamo partire dal concetto che i veicoli ed i suoi occupanti si comportano in modo diverso a seconda del tipo di urto a cui sono stati sottoposti:
- Urto frontale
- Urto laterale
- Il rollover (capottamento)
- Urto posteriore
In questa relazione ci occuperemo di un incidente con urto frontale.
È necessario dire prima, perché il nostro urto è frontale.
Dicesi frontale quell’urto la cui direzione principale delle forze scambiate passa all’interno di un cono che si estende 30° a destra e a sinistra.
Non vi è dubbio quindi che il nostro incidente possa essere trattato come un URTO FRONTALE.
Figura 5
Questa è la rappresentazione grafica tratta dal libro e questa invece è la rappresentazione grafica tratta dalla simulazione:
Figura 6
Le problematiche più comuni che deve affrontare un perito ricostruttore relativamente alle cinture di sicurezza è sicuramente quella di determinare il loro utilizzo (o meno) da parte dell’utente, occorre quindi definire una metodologia operativa per raccogliere e valutare tutte le possibili evidenze post impatto che possano contribuire a raggiungere questo scopo.
Tali evidenze possono essere divise in due categorie:
- danneggiamenti del nastro della cintura o della linguetta di aggancio della fibbia;
- tutte le altre evidenze.
È bene partire dalla considerazione oggettiva che nella grande maggioranza degli URTI FRONTALI è possibile ritrovare prove attendibili dell’utilizzo/non utilizzo delle cinture.
L’analisi del nastro è la prima attività a dover essere svolta ed adeguatamente documentata.
Ci sono dunque tre posizioni dove cercare tracce del potenziale utilizzo della cintura:
Figura 7
– sul nastro della cintura, in corrispondenza del segmento che è transitato attraverso il rinvio collegato alla linguetta della fibbia;
– sul nastro della cintura, corrispondenza del segmento che è transitato attraverso il passante sul montante B;
Figura 8
- sulla linguetta, in corrispondenza all’aggancio al corpo di fibbia.
Figura 9
Questa ricca sezione ci porta a concludere che la compagnia di assicurazione non è in possesso di nessuna prova che consenta di confermare che le lesioni subite dalla signora …………. siano conseguite al fatto che lei viaggiava senza essere doverosamente cinturata.
D’altra parte, va chiarito che essere cinturati non significa essere “incollati sul sedile formando corpo unico”.
La cintura a tre punti (figura seguente):
Figura 10
Lasciando la spalla destra libera consente al corpo di “sfilare “verso destra, senza più essere trattenuto, in quella direzione, dal vincolo della cintura.
Come se questo non bastasse va detto che se fosse vera la tesi della compagnia, il corpo della signora sarebbe stato proiettato in avanti come si vede nell’ immagine seguente tratta da un crash test.
Figura 11
Si ricordi che per quanto detto a pagina 4 della presente il tipo di urto subito dalla vettura della Signora ……… è assimilabile ad un URTO FRONTALE.
E’ acclarato quindi che se la Signora ………… non fosse stata cinturata il suo corpo, come si evince dalle figure precedenti, sarebbe stato proiettato contro il volante ed il cruscotto ed avrebbe quindi subito lesioni al tronco.
Invece dal referto medico di primo soccorso si evince che:
Figra 12
Restano ora da guardare alcuni fotogrammi di una simulazione eseguita con PC-Crash 13.1
Figura 13
Questo filmato che è allegato alla presente relazione in formato AVI (leggibile da chiunque possieda un PC) dimostra come i corpi degli occupanti dell’autoveicolo, seppure regolarmente cinturati, restano liberi, in caso di urto frontale, di muoversi all’interno dell’abitacolo conservando la possibilità di urtare con proprie parti del corpo contro parti di arredo della cabina.
Conclusioni
La presente relazione che si compone di 15 pagine descrive esattamente il sinistro nel quale è rimasta coinvolta la conducente signora …………………..
Le simulazioni sono state eseguite con ilo SW PC-CRASH 13.1 noto e distribuito in oltre 8.000 esemplari in tutto il mondo ed è un prodotto del quale siamo il principale punto di riferimento della società (Pc-Cras.it) che distribuisce, in regime di monopolio, il prodotto in Italia.
Le immagini poste a corredo sono in parte tratte dalle simulazioni da noi eseguite ed in parte tratte, insieme a pezzi significativi di testo, dal libro “La Sicurezza passiva nella ricostruzione degli incidenti stradali” di Sartori e Perfetti e realizzato con il contributo dell’Ing. Dante BIGI che è tra i massimi esperti italiani di questa materia.
Con la presente relazione abbiamo dimostrato, nell’interesse della signora ……….., che non vi è prova alcuna che possa lontanamente essere considerata dimostrativa del fatto che ella, al momento dell’impatto, non fosse cinturata.
Al contrario emerge invece che la Compagnia di assicurazioni non possiede, o non ha voluto esibire, prove che legittimassero il proprio diniego al pagamento pieno degli importi dovuti in forza delle lesioni subite.