27/09/2021 – Le norme che regolano la professione di consulente tecnico di ufficio stanno per cambiare. Lo prevede il disegno di legge delega per l’efficienza del processo civile e la revisione degli strumenti di risoluzione alternativi alle controversie.
Il disegno di legge, approvato dal Senato, contiene le indicazioni per la formazione continua e la mobilità dei professionisti, ma soprattutto per consentire di scegliere, in tempi rapidi, il CTU più adatto e arrivare ad una risoluzione spedita delle controversie.
Lo snellimento di queste procedure si inserisce tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Uno dei presupposti per realizzare investimenti con le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea è che tali risorse siano utilizzate in modo efficiente e che si traducano in opere e iniziative in grado di favorire lo sviluppo. Perché ciò sia possibile è essenziale ridurre il contenzioso e, in caso di controversie, far sì che la risoluzione sia spedita.

CTU, le nuove norme in arrivo

I nuovi decreti che regoleranno la professione di CTU dovranno ispirarsi ai

seguenti criteri:

  • Rivedere il percorso di iscrizione per favorire l’ac­cesso anche ai più giovani;
  • distinguere le varie figure professio­nali, caratterizzate da percorsi formativi differenti anche per il tramite dell’unificazione o aggiornamento degli elenchi, favorendo la formazione di associazioni nazionali di rife­rimento;
  • creazione di un albo nazionale unico, al quale magistrati e avvocati possano acce­dere per ricercare le figure professionali più adeguate al singolo caso;

– favorire la mobilità dei professionisti tra le diverse corti d’appello, escludendo ob­blighi di cancellazione da un distretto all’al­tro;
– prevedere la formazione continua dei consulenti tecnici e periti;
– tutelare la salute, la gravidanza o le situazioni contingenti che possono verificarsi nel corso dell’anno lavorativo, prevedendo la possibilità di richiesta di sospensione volon­taria come prevista 
in altri ambiti lavorativi;

– istituire presso le corti d’appello una commissione di verifica deputata al controllo della regolarità delle nomine.

 

I decreti per la revisione della professione di CTU saranno adottati entro un anno dall’entrata in vigore della legge delega.

Sarà un ottimo punto di partenza se dopo l’approvazione in prima lettura al Senato il provvedimento verrà approvato al più presto e senza modifiche anche alla Camera.

I CTU svolgono una funzione pubblica essenziale a supporto del sistema giudiziario e una buona riforma, che preveda la valorizzazione delle migliori professionalità e un meccanismo trasparente e meritocratico di reclutamento dei consulenti tecnici, garantirebbe un effettivo risparmio di denaro pubblico.

La revisione della normativa dovrà riguardare due ambiti fondamentali: la formazione e organizzazione professionale e i compensi. Occorre, infatti, investire sull’aggiornamento professionale e la specializzazione dell’attività, anche attraverso la costituzione di albi dinamici suddivisi per competenze, subordinandone l’iscrizione al possesso della partita IVA, RC professionale e regolarità contributiva aspetti che anche nel campo della giustizia non possono essere più dimenticati.

Va però precisato che, a fronte di una sempre maggiore professionalizzazione dei CTU, si provveda all’aggiornamento dei loro onorari che oggi sono umilianti ed imbarazzanti, ormai fermi al decreto del ministero della giustizia del 30 maggio 2002.