Da una approfondita ricerca in letteratura tecnica per quanto riguarda la distanza di proiezione del fascio luminoso dei fari anteriori dei veicoli ed, in particolare, nella rivista “quattroruote tecnica” del Novembre 2001 si evince che, come è possibile osservare nelle immagini seguenti tratte dalla stessa, l’illuminazione al suolo prodotta dal fascio anabbagliante varia con la distanza dal proiettore.
Per quanto riguarda il fascio anabbagliante delle comuni lampade H7, il diagramma isolux per le lampade standard ci fornisce alcune informazioni sulla distanza di proiezione della luce.
In tali diagrammi, le zone colorate in verde (zona che garantisce una visuale sufficiente) si allungano fino ad una distanza, dal punto d’inizio, di min. 65 metri ad un massimo di 79 metri.
Per quanto riguarda il fascio anabbagliante delle versioni Xeno delle lampade comuni, i diagrammi isolux per le lampade Xeno, invece, presentano la zona che garantisce la visuale sufficiente (area in verde nei diagrammi) estesa da 80 a 85 metri dal punto di inizio.
Ricapitolando e riassumendo, la zona di illuminazione che garantisce la visuale (zona in verde) varia nel range tra 65 metri a 85 metri di distanza dal punto in cui è collocato il proiettore (considerando le due tipologie di fari anabbaglianti).
Fatte queste considerazioni, osserviamo un esempio di caso studio che vede protagonisti un motoveicolo e un’auto che percorrono una strada rettilinea nello stesso senso di marcia, di notte, con i proiettori accesi.
L’auto era intenta a svoltare a sinistra e quindi, percorreva la corsia di destra ad una velocità di 5 km/h circa mantenendosi a contatto della linea di mezzeria che delimita la corsia.
L’auto era seguita, nello stesso senso di marcia, da un motoveicolo in manovra di sorpasso ad elevata velocità (calcolata di circa 145 km/h).
Nel momento in cui il motociclista vede l’auto svoltare a sinistra aziona i freni ed imprime una traccia di frenata di circa 38 metri sull’asfalto prima di andare ad urtare violentemente il veicolo che svoltava a sinistra.
Supponiamo che entrambi i veicoli avessero i proiettori accesi e correttamente funzionanti e che il conducente dell’auto avesse adottato correttamente le indicazioni inerenti la manovra come dettato nell’art. 154 del C.d.S.
La domanda è:
“l’automobilista poteva vedere dallo specchietto retrovisore, all’istante della svolta, la luce proiettata dal fanale anteriore della moto che sorpassava a forte velocità?”
Osserviamo, dai calcoli effettuati, in che posizione era il motoveicolo nell’istante in cui il veicolo si accostava alla linea di mezzeria per procedere con la manovra di svolta.
Nell’istante in cui l’auto è accostata alla linea di mezzeria alla sua sinistra e procede alla velocità di 5.05 km/h, il motoveicolo si trova a 175.46 m dal punto d’urto ad una velocità di 145.31 km/h.
Dalle risultanze ottenute dalla precedente ricerca in letteratura tecnica, è possibile asserire che: il conducente del veicolo, nell’istante in cui si accostava alla linea di mezzeria per poi svoltare a sinistra, non aveva la possibilità di vedere (dallo specchietto retrovisore) il sopraggiungere del motoveicolo (nel cerchio rosso nella immagine che segue) alle sue spalle poiché esso si trovava ad una distanza maggiore (175.46 metri) della massima distanza di visuale sufficiente dei fari della moto (max. 85 metri).
Ciò detto è rappresentato nella figura che segue:
È evidente che la posizione del veicolo (nel cerchio azzurro) non ricade nell’area verde del diagramma isolux del proiettore (area che garantisce la visuale sufficiente). Per questo motivo, il conducente del veicolo era impossibilitato a scorgere i fari del motoveicolo che sopraggiungeva a forte velocità verso di lui, il che rende la sua manovra perfettamente aderente al dettato dell’art. 154 del C.d.S.