Virginio Rivano: Le indagini sugli incidenti stradali

L'obiettivo delle indagini sugli incidenti stradali è quello di raccogliere, i dati necessari per poter procedere alla ricostruzione della dinamica dell'evento . Oggetto delle indagini sono:

  • l'ambiente;
  • i veicoli;
  • tutto quanto coinvolto nell'incidente (comprese persone, animali ed oggetti);

La raccolta dei dati avviene attraverso l'osservazione, le misure ed rilievi fotografici.

Le  indagini  vengono  normalmente  svolte  da  personale  specializzato della Polizia di Stato, della Polizia Municipale o dei Carabinieri e, in una prima fase, sono orientate:

  • a stabilire le direzioni di provenienza dei veicoli e la posizione del presunto punto d'urto
  • a verificare se uno o più veicoli abbiano violato le regole della circolazione, con particolare riguardo a precedenze e velocità.

Quando le conseguenze sulle persone sono state particolarmente gravi, l 'Autorità Giudiziaria dispone che le indagini siano approfondite attraverso la ricerca e la raccolta di dati che, al momento del primo intervento, o non sono stati ritenuti necessari o non sono stati rilevati per impossibilità (si pensi agli incidenti avvenuti in orario notturno o in condizioni ambientali particolarmente pericolose). In questi casi è necessario che gli investigatori conducano una ricerca capillare di tutte le informazioni che possano essere messe in relazione con l'evento: tornando sul luogo del sinistro ne rilevano la planimetria e ricercano  eventuali tracce sfuggite al primo sopralluogo, presso i depositi giudiziari analizzano con cura i veicoli e, presso i propri comandi, invitano i testimoni a rilasciare dichiarazioni più dettagliate su quanto hanno visto.

In queste prime fasi la raccolta dei dati deve essere il più possibile accurata e completa: ogni dato non misurato, non fotografato o non verbalizzato, è un dato perso, a scapito della possibilità di ricostruire, a posteriori, la dinamica dell'evento.

Di solito la conduzione delle indagini viene affidata a investigatori che assumono l 'incarico di Ufficiali di Polizia Giudiziaria, ed è molto raro che un tecnico ricostruttore venga incaricato in queste prime fasi:è molto importante quindi che l'investigatore abbia buone nozioni di tecniche di ricostruzione che gli consentano di comprendere la rilevanza ed il significato dei dati che raccoglie.

D'altro canto è altrettanto importante che il tecnico che viene incaricato di ricostruire la dinamica dell'evento, padroneggi le metodologie di indagine per valutare l'attendibilità, l'accuratezza e la completezza dei dati da altri raccolti.

Le tecniche di indagine  e le tecniche  basilari  di  ricostruzione devono dunque essere patrimonio  comune  di entrambe queste figure professionali.

Sono oggetto di indagine l'ambiente, i veicoli e le persone coinvolte nell'incidente.

Per dati ambientali si intendono quelli desumibili da un'accurata indagine sul luogo dell'incidente. Essi comprendono le condizioni meteorologiche, il tipo e le condizioni dell'asfalto, l'ora del sinistro, le condizioni di illuminazione, gli impedimenti alla reciproca visuale dei conducenti, l'individuazione, misurazione e collocazione in planimetri a delle tracce al suolo.

Sono da considerare dati ambientali anche la segnaletica orizzontale e verticale presente sul luogo e lo sviluppo del tracciato stradale.

Si tratta, in definitiva, di misure (per esempio della lunghezza delle tracce al suolo, delle reciproche visuali o delle dimensioni della viabilità), di descrizioni (per esempio dello stato dell'asfalto e della luce disponibile), di informazioni che vanno semplicemente messe a verbale (segnaletica, precedenze vigenti, ecc.).

È opportuno che l'investigatore raccolga sempre un'adeguata documentazione fotografica dello stato dei luoghi, della posizione dei veicoli e delle principali tracce.

I veicoli devono preliminarmente essere descritti attraverso i dati di immatricolazione (targa, telaio, proprietà). Successivamente si procede ad una sommaria descrizione dei  danni  (con  particolare  attenzione  a  quelli che potrebbero essere stati causa, e non solo conseguenza, del sinistro), alla verifica dello stato dei pneumatici e dei vari dispositivi (luci, marcia innestata, segna latore di direzione ecc), oltre al rilievo della posizione di quiete (sempre che non sia stata modificata prima dell'arrivo degli investigatori).

Di fondamentale importanza è la descrizione dello stato dei sistemi di sicurezza passiva: la condizione delle cinture di sicurezza (avvolte, tagliate, lasche o in trazione sul corpo della persona) e l'attivazione o meno dei pre­tensionatori e degli air bag.

Si tratta, in sostanza, di dati desumibili dalla documentazione di bordo e da un primo esame visivo del veicolo, oltre che dalle misurazioni necessarie a fissarne la posizione rispetto a dei punti fissi.

Anche in questo caso è sempre opportuno predisporre un'adeguata documentazione fotografica dei veicoli e della loro posizione. Nel caso di interventi distruttivi (per esempio ad opera dei Vigili del Fuoco per estrarre i corpi), è utile documentare quali deformazioni questi abbiano provocato e come abbia no modificato il quadro complessivo dei danni.

Le indagini sulle persone prevedono, oltre alla loro identificazione, l'individuazione della posizione a bordo (o della provenienza in caso di pedoni) e, eventualmente, del punto nel quale sono stati rinvenuti i corpi espulsi dall'abitacolo. I'investigatore deve cercare di individuare ogni traccia (interna od esterna al veicolo) che testimoni un contatto dei corpi.

Nel caso di investimenti di pedoni, o di incidenti con cicli e motocicli, è particolarmente importante rilevare immediatamente la posizione delle tracce ematiche, al suolo e sul veicolo, e le spolverature che sempre i corpi lasciano sulla carrozzeria; queste tracce, infatti, sono estremamente volatili e potrebbero andare disperse alle prime gocce di pioggia.

Qualora ci siano stati dei ricoveri gli investigatori riceveranno, in un secondo momento, i referti dei medici del Pronto Soccorso che costituiranno un ulteriore dato utile per la ricostruzione dell'evento e dovranno essere allegati alle comunicazioni da inviare all'Autorità Giudiziaria.

Quando ne ravvisano l'opportunità, gli investigatori sottopongono i conducenti a test per verifica re l'assunzione di alcool o droghe. I risultati di questi accertamenti, di sicura rilevanza amministrativa {o penale, a seconda dei casi), sono di importanza secondaria dal punto di vista strettamente ricostruttivo ed assumono rilevanza tecnica solo sé, nell'esame della fase pre-urto, emergono comportamenti spiegabili solo con uno stato psicofisico alterato dei conducenti, quali notevoli ritardi nei tempi di reazione o azioni non altri menti giustificabili.

Se si fa riferimento alle fasi nelle quali il tecnico ricostruttore scompone l'incidente, pre-urto, urto e post-urto, è evidente che i vari dati raccolti devono interagire in maniera razionale e coerente, fornendo quei collegamenti che consentono di risalire a cause, concause, modalità e conseguenze dell'evento;

in via generale si può afferma re che:

per la fase pre-urto sono particolarmente utili le informazioni sull'ambiente riguardanti lo sviluppo della viabilità, le visuali reciproche fra i conducenti e le eventuali tracce di frenata. Sulla base di tali informazioni è possibile risalire alle posizioni dalle quali i conducenti avrebbero potuto percepire il pericolo e, conseguentemente, a quelle in cui avrebbero potuto/dovuto agire per evitare l'incidente. Nella ricostruzione della fase pre­ urto entrano in gioco in misura determinante anche i conducenti, con le loro caratteristiche fisiche, psichiche e di esperienza. È noto a chiunque che i tempi di reazione delle persone anziane sono significativamente più lunghi di quelli dei giovani, così come è noto che uno stato di alterazione psichica (dovuto ad alcool, droghe o farmaci) può dilatare i tempi di messa a fuoco degli oggetti e di percezione delle situazioni.

Il vicolo entra solo marginalmente nello studio della fase pre-urto: le sue dotazioni possono influenzare il calcolo della velocità eventualmente persa in azioni frenanti (si pensi alla presenza/assenza del sistema ABS, allo stato dei pneumatici, alla loro qualità ecc.).

per La fase d'urto, il veicolo diventa centrale: tutti i dati riguardanti le de formazioni della carrozzeria, i cedimenti meccanici, lo stato dell'abitacolo e dei sistemi di sicurezza passiva, le tracce lasciate dai corpi e dagli oggetti, concorrono alla ricostruzione delle caratteristiche dell'urto. Mettendo in relazione tali informazioni con le lesioni subite dagli occupanti (o dai corpi investiti) è possibile risalire alla velocità relativa con la qua le i veicoli sono venuti a contatto e, poiché la velocità va intesa in senso vettoriale, da questa si deducono direzione e verso di marcia  dei veicoli.

Il conducente (inteso come soggetto che compie azioni) non ha alcuna rilevanza nell'analisi della fase d'urto, ed anche l'ambiente entra in gioco solo in quanto, in particolari situazioni, alcune delle tracce presenti sul luogo del sinistro possono essere indicative della zona d'urto.

Per lo studio della fase post-urto i dati più interessanti tornano ad essere quelli ambientali: è fondamentale analizzare accuratamente le tracce lasciate dai veicoli nell'avvicinarsi alle posizioni di quiete, determinandone caratteristiche, posizione e lunghezza. È necessario anche rilevare le posizioni di quiete degli oggetti e dei corpi. Grazie a queste informazioni si possono calcolare le velocità d'uscita dall'urto e, attraverso un percorso di back word calculation, risalire alle velocità di marcia dei veicoli. Normalmente, se consideriamo incidenti di una certa gravità, le azioni del conducente non hanno alcun effetto sulla fase post-urto in quanto il veicolo procede al di fuori del suo controllo. Nell'urto il conducente quasi sempre perde il contatto coi comandi {pedali e sterzo) o subisce lesioni o, semplicemente, nulla può fare a causa delle avarie subite dal veicolo. Le caratteristiche geometriche del veicolo, quali il passo e l'interasse, possono inoltre fornire utili indicazioni in quanto, in presenza di tracce al suolo, consentono di assegnare ad ogni veicolo le su e tracce e, dunque, la sua traiettoria d'uscita d'urto.

Un cenno a parte meritano, infine, le dichiarazioni dei protagonisti e le narrazioni dei testimoni: per il tecnico ricostruttore esse non sono da considerare dati dell'incidente in quanto non oggettivamente verificabili e misurabili.

È stata molto discussa, all'interno della comunità dei ricostruttori, la valenza tecnica delle testimonianze e sembra essere ormai un universalmente accettato che queste possono avere una rilevanza, nel lavoro del tecnico, solo come conferma, a posteriori, delle conclusioni raggiunte per altra via o come spunto per ulteriori approfondimenti nelle indagini.

Struttura dell'opera

L'impostazione dell'opera tiene conto sia della cronologia degli interventi che della specificità delle tecniche fondamentali di indagine.

Nei primi capitoli si descrivono, i n ordine temporale, le indagini che devono essere condotte immediatamente, sul luogo del sinistro, e nei giorni successivi all'evento, sui veicoli.

Nei capitoli 2 e 3, in particolare, sono trattate le tecniche di rilievo planimetrico e fotografico e vengono descritti nel dettaglio i vari tipi di tracce che si possono trovare sul luogo del sinistro, discutendone il significato.

In maniera simile è strutturato il capitolo 4, nel quale, dopo avere trattato le tecniche di classificazione e descrizione del danno, si indicano le informazioni desumibili dall'esame delle varie parti del veicolo (carrozzeria,. pneumatici, sistemi di sicurezza passiva ecc).

Nei capitoli 5, 6 e 7, infine, si presentano gli aspetti più specifici delle indagini che vengono svolte durante la ricostruzione della dinamica dell'incidente, a volte settimane, o anche mesi, dopo l'evento.

Parallelamente alla descrizione delle tecniche di indagine, vengono analizzati attraverso la presentazione di numerosi esempi, i tipi di dati, le loro caratteristiche e la rilevanza che hanno nella ricostruzione postuma della dinamica dell'incidente.

Si tratta di un testo di frequente consultazione, in alcune parti quasi di un manuale, sul quale è possibile trovare, per le varie indagini, sia indicazioni di tipo operativo che di interpretazione dei dati, termo restando che per le tecniche strettamente ricostruttive (per esempio di calcolo dell'urto e delle velocità) è necessario ricorrere a testi specifici.

Per essere proficua la lettura non richiede come prerequisito il possesso di conoscenze tecnico-scientifiche approfondite: perciò questo testo può essere un utile strumento sia per la formazione di base degli investigatori che per l'ampliamento delle capacità di indagine dei tecnici ricostruttori.

L'opera è così suddivisa: nei capitoli 2 e 3 l'attenzione è centrata sull'ambiente:dopo avere analizzato nel dettaglio l'ampia casistica delle possibili tracce presenti sul luogo del sinistro ed averne analizzato il significato, vengono esposte le tecniche del rilievo planimetrico e fotografico. L'obiettivo è quello di spiegare come e perché devono essere fatti i rilievi sul luogo del sinistro, partendo da a chi ed a cosa serviranno: solo chi ha chiari gli obiettivi dell'intero processo può operare con la dovuta cura nello svolgimento del proprio compito, anche quando questo riguarda solo un aspetto particolare dell'insieme. Le tecniche di rilievo planimetrico sono sia quelle tradizionali (con fettuccia metrica o con strumentazione topografica) che quelle fotogrammetriche (con riferimento ad alcuni programmi informatici specifici). Del rilievo fotografico viene evidenziato l'aspetto strumentale più che quello tecnico:si danno per scontate le poche nozioni di base necessarie a scattare una fotografia leggibile e invece si approfondisce cosa e come va fotografato perché l'immagine ripresa possa fornire, anche dopo anni, indicazioni utili sullo stato dei luoghi e sulle tracce.

Nel capitolo 4 il protagonista è il veicolo incidentato. Dopo avere dato uno spazio adeguato alle modalità di descrizione del danno, utili per mettere a punto un linguaggio comune fra chi si occupa di infortunistica stradale, l 'attenzione si orienta verso le informazioni che il veicolo può dare sulle caratteristiche dell'urto. ln tale ottica vengono trattate le indicazioni desumibili dall'analisi dei pneumatici, dei sistemi di sicurezza passiva, dell'abitacolo e delle lampade del veicolo. Uno spazio particolare viene ri servato all'esame di sistemi crono-tachigrafici istallati sui veicoli pesanti. La scelta di scrivere un testo complessivo sulle indagini viene pagata con alcune, dolorose ma necessarie, esclusioni: non vengono trattati argomenti altrettanto importanti quali, ad esempio, le modalità di rottura dei componenti meccanici o le tecniche di lettura delle centraline elettroniche, per i quali si rimanda a testi specifici. La scelta di fondo è stata quella di privilegiare, nella trattazione, quelle indagini che possono essere svolte dall'i investigatore e dal ricostruttore dotati di conoscenze e strumentazione di buon livello, ma non specialistiche.

Nei capitoli 5 e 6 si illustrano due tecniche di misura: quella del coefficiente di attrito pneumatici-asfalto e quella delle deformazioni del veicolo. Il valore del coefficiente di attrito disponibile fra i pneumatici dei veicoli coinvolti nell 'incidente ed il fondo stradale, ha una rilevanza fonda mentale nel calcolo delle velocità in gioco. Esso è misurabile, ma troppo spesso viene solo stimato, sulla base di criteri più o meno condivisibili. La quantità di energia che ha provocato la deformazione dei veicoli costituisce un dato fondamentale per la ricostruzione dell'intensità dell'urto. Essa può, in molti casi essere calcolata con buona precisione partendo dalle misure delle deformazioni, invece che venire semplicemente stimata. Per tali motivi si è ritenuto opportuno proporre alcune tecniche di misura, già adottate e validate all'interno della comunità internazionale dei ricostruttori, fondamen­ tali per la ricostruzione scientifica degli incidenti stradali, ma non ancora adeguatamente   diffuse  in Italia.

Nel capitolo 7, infine, si mette al centro dell'attenzione l'uomo, coi suoi li miti, le sue capacità e caratteristiche fisiche. L'incidente nasce da un fallimento nella comunicazione fra uomo, ambiente circostante e veicolo; in tale prospettiva si analizzano le limitazioni al campo visivo dovute all'ambiente ed alla struttura dei veicoli (sia per trasporto persone che merci).Vengono quindi trattati i fattori umani propriamente detti: facendo riferimento alla sconfinata letteratura tecnica, si analizzano i tempi e le modalità di reazione dei conducenti in condizioni standard ed estreme, discutendo il significato e le conseguenze dei va lori numerici utilizzati nelle ricostruzioni delle fasi pre-urto. Il capitolo è arricchito da dati sulle prestazioni dei conducenti in partenza dai semafori ed i n fase di frenata e da riflessioni sulla ricerca, ancora da fare, relativa alle performance umane.

Percorsi  di  lettura

Un testo che si rivolge ad un pubblico molto composito e a figure professionali ben distinte, sebbene interagenti, deve prevedere più percorsi di lettura affinché ognuno vi trovi conferme ed approfondimenti su ciò che già conosce, e stimoli per andare oltre ai propri orizzonti.

Nel progettare quest'opera l'obiettivo principale è stato proprio questo: fornire, sia all'investigatore che al tecnico ricostruttore, conoscenze e spunti di approfondimento su molti argomenti comuni alle due professionalità.

Come può un investigatore, anche esperto, sapere cosa è importante ri1evare, con quale precisione e con quali .cautele, se non conosce l'uso che poi sarà fatto dei suoi dati? Ci sono mille cose che balzano all'occhio quan­ do si arriva sul luogo di un incidente e ci sono -cento modi differenti di fotografare u n ambiente, un veicolo o una traccia. Cosa occorre rilevare? Come vanno trasferite le informazioni in immagini fotografiche che le fissano nel tempo?

D'altro canto .come  può  un tecnico ricostruttore  utilizzare  al meglio dati dei quali non conosce la precisione, l'affidabilità e la tecnica di rilievo? L'investigatore in  formazione, così come il ricostruttore alle prime armi,

avranno necessità dunque di leggere con attenzione i capitoli 2 e 3 per trovare una guida all'interpretazione ed al rilievo delle tracce fondamentali presenti sul luogo del sinistro, mentre itecn ici più esperti utilizzeranno il capitolo 2 come utile riferimento per la lettura di alcune tracce particolari. Tutti dovrebbero trovare giovamento dalla lettura del capitolo 4 sul vei­ colo, i neofiti anche dalla prima parte sulfa classificazione del danno, ipiù esperti da quella sull'analisi di alcuni par ticolari tipi di danno, sull'esame dei sistemi di sicurezza e sulle tecniche di lettura dei cronotachigrafi. Sti­ molanti per tutti dovrebbero essere i suggerimenti sull'esame delle lampade del veicolo.

I capitoli 5 e 6 sono forse quelli più indirizzati al tecnico ricostruttore, ma costituiscono, almeno nella parte introduttiva, un approfondimento culturale

L'investìgatore esperto, infine,. troverà interessante la lettura del capitolo 7, anch'esso apparentemente indirizzato al ricostruttore ma, in realtà, di cultura generale e dunque denso di curiosità e spunti di riflessione sulle cause degli incidenti .

 Virginio Rivano